Je suis totalement bouleversè par cette disparition du Padre Cassol. Il a ètè pour moi un Padre exceptionnel. Si proche dans l'amitiè et si surnaturel ! Il a ètè l'à:me des Goums pendant leur recherche d'une Route... qui monte ! Que le Seigneur le recoive dans son Bivouac divin qui nous plonge en èternitè de Vèritè et de Bonheur ! Pour l'èternitè. Je suis avec les Goums italiens dans toute ma vieille et profonde affection. Espèrons ensemble!
Michel Menu
Sono incredulo e frastornato dall'improvvisa scomparsa del Padre Cassol. E' stato per me un Padre eccezionale. Così vicino nell'amicizia e così elevato nella spiritualità!
E' stato l'anima dei Goumier nella ricerca di una Strada ... in salita!
Che il Signore lo accolga nel suo Bivacco divino, che conduce alla Verità e alla Felicità eterna!Per l'Eternità.
Sono accanto ai Goumier italiani con il profondo affetto che da sempre ho per voi tutti.
Insieme, nella Speranza!
Michel Menu
Da Maria Antonia Cassol
Il pudore dei sentimenti cui siamo stati educati e l' intensita' delle
emozioni di questi giorni, la ricchezza dei ricordi di cui almeno per ora
non riesco a non essere gelosa, il rammarico per il tempo forse perduto e ormai
non piu' disponibile in terra , rendono difficile esprimervi a parole quello
che sento.
Ma credo nel valore dei gesti e dei simboli.
Ieri sera é venuta in ambulatorio una mia paziente, una donna semplice , che
in altre occasioni mi ha colpita per la sua sensibilità e profondità .
E' venuta solo per salutarmi e portarmi un vasetto del miele che producono
le sue api nei prati di Zoldo.
E mi ha detto: "Lo porti ai suoi genitori che ne mangino un po' al giorno, é
dolce e profumato. E quando sarà finito ce n' é ancora, questo é un anno
buono per le api".
Vi stringo tutti in un simbolico abbraccio fraterno fatto di affetto e
riconoscenza per la vostra presenza e per il bene che volete a Francesco e
vi offro un cucchiaino di miele che è dolce e profumato e poichè è un buon anno
per le api , quando sarà finito ne avremo ancora da condividere.
Grazie , anche a nome dei miei genitori.
Maria Antonia Cassol, sorella di don Francesco
Da Dario
Raid Goum 2005. Norcia - Assisi
Giovedì 1 settembre - 5^ tappa di cammino
Siamo a Pian della Cuna - Marta e Maria (Lc 10,38-42)
Riflessione di Don Francesco
Mi piace ricordarti così, nelle parole di quella pagina del Vangelo, che ci ricordano e ci chiamano a quella famosa parte migliore.
Riflessione breve, schietta, genuina. Cinque passi, cinque movimenti, per invitarci a camminare verso ciò che è veramente essenziale nella vita. E precisamente passando:
- Dall-urgente all'importante (in ciò che veramente conta)
- Dall'efficienza alla gratuità (nel saper donare)
- Dalle parole all'ascolto (che cresce nel silenzio)
- Dalla periferia al centro (per non accontentarsi di vagare in periferia)
- Dall'amare al lasciarsi amare (nel cammino verso la santità)
Grazie Don Francesco, per esserti lasciato amare. E a dire il vero, non ci voleva poi tanto.
Grazie Don Francesco, perchè anche tu sei stato, in fin dei conti, un'autentica pagina di Vangelo. Che parla ancora!
Dario
Da don Robert e don Augusto
Fermate la macchina! Voglio camminare un po' su questa terra, su questo deserto.
Ci fermiamo, lo vediamo scendere dalla macchina e cominciare a camminare a passi lenti nella savana. Camminava lento come per gustare ogni passo. Era la terra d'Africa, che lui tanto amava, ma era ancora di più. Il Niger è vicino alla terra di Charles de Foucauld, beato che aveva improntato la sua spiritualità. Lo vediamo percorrere circa 500 metri e poi tornare sempre con passo lento, quasi per prolungare quell'incontro con l'Africa, con Charles de Foucauld e.. con Dio. Amava il deserto perchè apparentemente spoglio di tutto, ma, proprio per questo, luogo ideale per l'incontro con il Padre. In macchina per qualche minuto ancora silenzio. Tutti i tre sapevamo che non era stata un passeggiata nel deserto, ma un incontro.
Arrivati a Niamey (capitale del Niger) ha voluto visitare la comunità delle piccole sorelle di Charles de Foucauld. E' stato gentile e curioso come nel suo carattere, ma si vedeva che c'era qualcosa di più importante che occupava la sua mente. Ad un certo punto ha chiesto esplicitamente di poter pregare nella loro cappella. Anche qui una preghiera silenziosa.. un incontro.
Con noi è stato fisicamente pochi giorni nel luglio scorso. Solo tre giorni pieni di amicizia, spiritualità e preghiera, ma in realtà è stato nostro compagno di viaggio sempre. Telefonava all'uno o all'altro praticamente tutte le settimane. Ci era vicino anche in un'altra maniera; una maniera che non tutti riusciranno a capire. Due volte alla settimana dormiva per terra. Diceva di non dirlo a nessuno, ma adesso è venuto il momento. Diceva che non era proprio comodo, ma se a causa di questo si svegliava la notte era un'occasione per ricordarsi di noi e per una preghiera. Se poi la mattina c'era qualche dolorino in più, beh l'offriva a Dio per la missione in Africa.
La partenza. All'aeroporto si può arrivare solo fino al parcheggio, poi può proseguire solo chi è munito di biglietto. Una transenna delimitava lo spazio in cui potevano entrare solo i viaggiatori. Ci salutiamo mentre lui si mette in fila. Un gruppo di militari controlla passaporto, biglietto. Arrivato il suo turno consegna i documenti. Quando questi gli vengono riconsegnati, si volge verso di noi che gli siamo accanto, si inginocchia e chiede la nostra benedizione. Attorno a noi tutti mussulmani e militari che guardano la scena. Lo benediciamo sotto gli occhi di tutti. Penso che in Niger nessuno abbia visto una scena del genere, ma d'altronde Dio va mostrato non dimostrato e così la fede, non va spiegata, ma vissuta. E lui con noi in quei pochi giorni l'ha vissuta senza pudori, con una semplicità e una trasparenza, che lasciano intendere la sua grande amicizia, anzi il suo grande amore per Dio e per l'uomo.
Don Robert e don Augusto, preti "fidei donum" nella missione diocesana della diocesi di Belluno-Feltre in Niger
Da Paola
Ciao,
con ancora tanto dolore nel cuore, ma anche tanta consolazione che viene dalla fede e dalle testimonianze ricevute in questi giorni, chiedo al Signore che il nostro don Francesco sia luce sul mio cammino. Ho condiviso tante esperienze in diocesi (soprattutto percorsi formativi per giovani ed il recente Sinodo diocesano) e sempre mi colpiva il suo modo di cogliere il lato positivo nelle situazioni e nelle persone, unito alla capacità di sdrammatizzare con battute argute e mirate.
Il suo modo di pronunciare l'espressione "il Signore Gesù" era davvero unico e faceva trasparire il grande Amore della sua vita, che si traduceva nell'accompagnamento spirituale di tanti fratelli, soprattutto più in difficoltà.
Per il suo stile di vita, per le scelte fatte e per il modo con cui è morto, mi piace definirlo un vero testimone dell'Essenziale, di ciò che dà valore ad una intera vita, un "martire della speranza" , che ci aiuta a guardare il cielo stellato e a riprendere ogni giorno il cammino con occhi e sguardo rinnovati...
Vi lascio un suo pensiero sul Padre, che dice un po' il suo cuore.
Grazie.
Paola
Da Sr. Elenice
Mi è arrivato un messaggio questa sera, e nella preghiera la mia comunità ha pregato per Don Francesco.
Ho partecipato al Goum l'anno scorso, e porto nel mio cuore un'immagine bellissima di Don Francesco....."un puro di cuore", ringrazio il Signore per averlo incontrato....
Preghiamo insieme per lui e sua famiglia.
Sr. Elenice
Da Matteo
In questi giorni ho sistemato la cantina, e ho
ritrovato tutte le cose dei tre raid goum che ho fatto 15 anni fa.
La croce del sud, le cartine, gli acquarelli
fatti durante il cammino, i quaderni con gli scritti e le riflessioni.
...
Apro il giornale e vedo il titolo, poi vedo la tua foto.
Incredibile.
Quanto c'è scritto è incredibile.
Cerco conferma in internet. è tutto vero,
ma resta incredibile.
pian piano torno al 1995, al goum che abbiamo fatto insieme.
Il ricordo va alla tua voglia di mettere insieme
un anno di goum una settimana alla volta, alla
sosta ansiosa e alla "sostanziosa", ai cespugli
di uvaspina, al tuo cappello di paglia, al
cammino sotto il sole e alle chiaccherate, alla tua serenità.
Mi piace pensarti su una gilera, tutta bianca e
con il manubrio americano, oppure mentre canti
nel coro in cui solo di trombe siete due milioni.
Tieni un posto anche per me, per quando ancora canteremo e cammineremo insieme
Ciao Francesco
Matteo
Da Grazia e Padre Matteo
Ho saputo poco fa di don Francesco, pregherò. Ho sentito anche padre Matteo e abbiamo deciso di affidarci un po' sul da farsi, noi saremmo comunque per partire. Tra parentesi non so ma oggi pomeriggio mi sono arrivate ben 3 richieste di informazioni...
Grazia e Padre Matteo
Da Anna
Non ricordo quando ho conosciuto don Francesco, so solo che fin da quando è
stato consacrato sacerdote l'ho incontrato più volte sul mio cammino.
Incontri brevi, veloci ma spesso molto significativi. Certamente resterà
nella mia memoria l'anno in cui è stato il mio prof di religione
all'Istituto Magistrale: un grande prof che ha saputo conquistare anche le
mie compagne di classe, non tutte credenti e praticanti come me.
E' stato il
prof che un sabato, invece di fare lezione, ci ha portato a mangiare un
gelato...doveva mantenere una promessa che ci aveva fatto! E' stato il prof
che talvolta ci caricava in macchina per accompagnarci a casa, visto che
passava per il nostro paese, solo per il gusto di avere compagnia, di
scambiare qualche chiacchiera, di parlare con le sue alunne fuori della
classe...
Una grande persona insomma che ci mancherà tanto! Ringrazio il Signore per
averlo messo sul nostro cammino...anche se il dispiacere di non poterlo più
incontrare è grande.
Anna
Da don Andrea
Inizio questa notte un pellegrinaggio a piedi da La Verna ad Assisi con i seminaristi. Porto don Francesco nel cuore e nel cammino di questi giorni, lui che insieme a Maurizio, Edvige e Roberto mi hanno insegnato l'essenzialità del cammino. Assicurato un ricordo nella preghiera e nella Messa dei prossimi giorni.
Don Andrea
Da Salvatore
Lunedì parto con il mio Goum in Sicilia, parto triste, forse teso, ma parto. So che ci sarà anche lui, che ci accompagnerà.
Rimangono nel cuore i suoi racconti al fuoco, le sue danze, i suoi riti "apotropaici"di bruciare il cappello di paglia all'ultimo fuoco, ma anche la sua profondità, il suo essere nel Signore.
Mi viene da pensare che quella notte al bivacco Goum, dopo essersi affidato a Maria, da Lei, sotto le stelle, è stato preso in braccio e portato in cielo. E lì sta preparando il prossimo bivacco, per noi, accendendo il fuoco e pronto ad accoglierci con un sorriso ed una borraccia d'acqua, quando al tramonto, arriveremo anche noi.
Salvatore
Da Sergio
La notizia mi lascia attonito, pur non conoscendo la persona ,ma capendo la sua totale estraneità ad ogni evento aggressivo e feroce, come il caso fa capire, mi associo molto volentieri all'appello ad una preghiera comune per lui e per l'aggressore.
Sergio
Da Sebastiano e Simona
Sono senza parole per quanto è successo e che abbiamo appena appreso.
La nostra preghiera adesso va a don Francesco e anche a quanti si apprestano a partire per un Goum che non sarà come gli altri...
Sebastiano e Simona
Da Luigi
Non conoscevo don Francesco, ma se penso a Fra Marcello, che dono grande è per chi si mette in cammino, avere con sè un sacerdote, posso immaginare tutto quello che può aver fatto don Francesco, che immenso regalo è stato per la comunità umana.
Ho sentito mio figlio Jacopo questa sera, e sta bene..sono arrivati a Minervino e si preparavano al bivacco. È partito per le Murge con il gruppo del 16/8. Confesso che oggi ero un po' preoccupato quando ho appreso la notizia della tragedia. Preghiamo perchè non debbano più ripetersi questi eventi così dolorosi!
Luigi
Da Giancarlo
Domenica, é mezzogiorno, entro in casa e accendo la televisione, di solito sul primo canale.
Oggi no, vado sul TG3, parla di un sacerdote ucciso in Puglia, presto attenzione: Stava camminando con un gruppo di pellegrini... era di Longarone a quel punto l'attenzione aumenta finchè viene pronunciato il nome: don Francesco Cassol.
Prendo in mano il telefono quasi istintivamente: è ovvio che debbo avvisare qualcuno, ma in quel momento una voce mi dice che forse sono impazzito, che non può essere vero, che la notizia é talmente assurda che posso solo essermela inventata.
Al tempo stesso mi preoccupo di quanto avvenuto e del fatto che forse mi sto inventando tutto.
Ma non c'é tempo da perdere bisogna avvisare tutti, anche prima che i giornali inventino qualcosa di assurdo.
Mentre cerco i numeri di telefono che non ricordo mai se ho inserito col nome o col cognome mi tremano le mani, accendo il PC per connettermi e verificare.
A Donato, a Roberto, dico che non ho ancora la conferma, che forse sono impazzito e mi sono inventato tutto.
La connessione finalmente parte, digito il nome e arriva la conferma: la notizia è tristemente, assurdamente vera.
Partono le prime ipotesti: sarà passato nel posto sbagliato nel momento sbagliato, sarà passato durante una battuta di caccia, non sarà stato visto.
Forse ha visto qualcosa che non doveva vedere.
Sicuramente non é andato a cacciarsi in un guaio, non era certo il tipo da scontrarsi con qualcuno, non era certo uno che potesse litigare con qualcuno.
Pensi ai chilometri percorsi assieme, pensi a quante volte si é camminato assieme, pensi a quante volte avete dormito a poche spanne di distanza, pensi che a quel raid avevi potuto esserci anche tu...
Le notizie sono poche anche se hanno poca importanza, qual che é stato é stato e non si può tornare indietro.
Cerchi di capire cos'é successo, ma soprattutto cerchi di capire perchè.
Dove qualcuno può aver sbagliato, pensi alle volte che hai camminato e che hai organizzato un cammino, alle volte che tu hai indicato ad altri la strada o dove dormire o dove raccogliere legna o dove prendere l'acqua.
Pensi a cosa in quelle mille azioni potresti aver sbagliato, a cosa potrebbe aver provocato una cosa del genere, a cosa potresti anche tu aver fatto per portare qualcuno a puntare un fucile e premere il grilletto.
Ma non trovi nulla, però cerchi di capire cosa fare in futuro, come evitare di far correre dei rischi a chi cammina con te.
Poi telefoni, passi notizie, ricevi notizie, guardi la televisione e ti ricolleghi a internet per cercare aggiornamenti: capisci qualcosa in più.
Ti dicono che forse è stato un errore.
Qualunque cosa sia successa è stato un errore perchè non c'era ragione al mondo per fucilare don Francesco!
Pensi al cacciatore che è arrivato, si è piazzato nella buca, ha visto qualcosa muoversi e ha sparato...
Poi si è accorto che la reazione non era quella di un cinghiale, che non emetteva gli stessi lamenti.
Poi... grazie alla luce della luna si accorge che quella sagoma è colorata, ha in fianco uno zaino... Forse vede che ci sono altre sagome lunghe e colorate: sono donne e uomini distesi dentro i sacchi a pelo...
Anni fa si diceva che i Raid Goum in Puglia "non si potevano fare".
Non si poteva perchè non era possibile vivere l'esperienza del digiuno, perchè la gente era troppo ospitale, perchè quando vedevano un "pellegrino" lo coprivano di cibo.
Ti dicono che forse qualcuno non gradiva ospiti sul suo terreno, ma come è possibile se addirittura in precedenza si erano mostrati fin "troppo" ospitali?
Un tonfo nella note e una macchina che parte.
Siamo abituati nei campi scout a "ricevere" qualche "buontempone" del posto che viene a disturbare e magari a far danni, ma lo cosa migliore e lasciar perdere, anche perchè spesso noi accompagniamo ragazze e ragazzi giovani.
Cerchiamo quindi di evitare ogni scontro.
Siamo abituati a non reagire, per cui anche chi ha sentito il tonfo nella notte avrà pensato di lasciar perdere, di evitare la reazione nella speranza che i disturbatori si stufassero per poi andarsene.
Non è vero... non può essere successo, non può essere vero: è la reazione più sensata, più logica.
Forse qual colpo "doveva" partire. Qualcuno crede nel destino, qualcuno nel volere di Dio, qualcuno nella casualità.
Forse però ci sono degli eventi già scritti nella storia che comunque avverranno, che non si possono cambiare, ma coi quali possiamo interagire.
Forse quel colpo "doveva partire" in un momento ben preciso della storia e in un quel luogo ben preciso, forse "doveva" partire e forse "doveva" colpire.
Forse don Francesco se lo sentiva che quel colpo sarebbe partito, forse qualcuno o qualcosa o una forza dentro o sopra di lui gli ha detto che lui avrebbe dovuto dormire in qual punto.
Forse non gli ha detto che a parare quel colpo doveva essere lui, ma che qualcuno avrebbe dovuto pararlo.
Cosa avrebbe risposto don Francesco?
Sicuramente, senza pensarci un solo istante, avrebbe detto: Se qualcuno deve colpire che colpisca me.
Giancarlo
Da Carlo
Il mio amico don Francesco.
Don Francesco Cassol è morto nel suo sacco a pelo, mentre dormiva sotto le stelle per farsi vedere meglio da Dio. So quanto amava la vita, so quanto fosse pieno di energia spirituale e fisica. Energie che si sostenevano a vicenda, con il suo spirito allegro e vitale che compensava la stanchezza del corpo nei tratti di cammino difficile, e la fisicità del corpo che alimentava l'energia dello spirito con le grandi cavalcate nei deserti che abbiamo attraversato assieme a piedi, in Italia come in Francia.
So quanto sarebbe stato contento di vivere, e di camminare ancora col mondo come casa, il cielo come tetto, Dio e i fratelli di strada come compagni di viaggio. So che lunedì mattina avrebbe preferito alzarsi di buon'ora e vivere come sempre la sua giornata da goumier pregando, meditando e camminando.
Ricordo quando mi raccontò l'esperienza del suo primo raid Goum in Francia, dove una delle tappe è un cammino notturno che si conclude all'alba in cima ad una collina (il monte Gargo) che sovrasta l'orizzonte a trecentosessanta gradi. Mi raccontò che aveva le ali ai piedi per salire su quella collina: come prete sentiva di dover arrivare per primo e accogliere i fedeli che sarebbero arrivati più tardi, sentiva il dovere di essere conseguente con la propria scelta di consacrazione, per fare del proprio sacerdozio un'abitudine di vita e non un abito da portare. Sentiva che il prete doveva spendersi, donarsi e faticare più degli altri, altrimenti che senso avrebbe fare il prete?
Il cacciatore che lo ha ucciso ha detto di aver sparato al sacco a pelo più vicino, scambiandolo per un cinghiale. Quel sacco a pelo era proprio quello di don Francesco, che ha scelto di servire nella parrocchia più bella e più difficile: la strada, senza sapere che un sacco a pelo sarebbe diventato la sua sindone.
Da due giorni sto cercando di immaginare che cosa mi direbbe don Francesco in questa situazione. Mi dico che mi aiuterebbe a guarire dall'odio e dalla rabbia che provo di fronte a questa morte, a guarire dalla sete di vendetta che mi spingerà a considerare ingiusta ogni pena inflitta al suo assassino dalla giustizia dell'uomo, mi aiuterebbe a capire che tutti siamo deboli e fragili di fronte alla morte, e l'unica forza che abbiamo è quella di non farci cogliere impreparati quando arriva.
Mi chiedo come avrebbe reagito alle dichiarazioni del suo assassino:"ho sparato al sacco a pelo più vicino", e sento che la sua bontà, il suo profondo senso del sacerdozio e il suo affidarsi a Cristo senza riserve e senza limiti lo avrebbero spinto a rileggere queste parole alla luce del Vangelo di Giovanni: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici".
Se ho mai conosciuto una persona capace di seguire Cristo senza esitazioni, anche nelle scelte più scomode e dolorose e fin sopra la croce, quella persona è don Francesco Cassol. Se avesse saputo o intuito che per un imperscrutabile disegno quella notte qualcuno avrebbe dovuto morire, probabilmente avrebbe messo le ali ai piedi senza dire niente a nessuno, per occupare col suo sacco a pelo quel pezzo di prato e impedire a chiunque altro di dormirci sopra, perchè il prete deve spendersi, donarsi e faticare più degli altri, altrimenti che senso avrebbe fare il prete?
Non so se queste mie fantasie e supposizioni siano vere, ma ciò che sento con verità dentro di me è che dentro di lui ho sempre visto l'amore più grande di tutti, un amore capace di donare perfino la vita, quella vita donata a me e a tanti altri ragazzi camminatori, quella vita piena e vera che don Francesco ha vissuto spendendosi, donandosi e faticando più degli altri, perchè per lui era l'unico modo possibile di dare un senso al suo sacerdozio.
Ciao Don Francesco, lì dove sei adesso stai esplorando nuovi sentieri, e un giorno ti chiederò di mostrarmeli.
Carlo
Da Monica
Stiamo seguendo tutte le notizie possibili, per realizzare questa tragedia impossibile e capire come possiamo viverla insieme.
Monica
Da Michele
Ho appreso in tv, della morte di don Francesco questo pomeriggio rientrando dalle ferie. Anche noi oggi in famiglia abbiamo pregato per don Francesco e per la conversione del cuore della persona che si è resa responsabile di questo omicidio.
Michele
Sor. Ester
Carissimi Goumiers
mi unisco nella preghiera a tutti voi.
Un saluto fraterno in Cristo,
Sor. Ester
Marco e Serena
Eravamo a Belluno oggi quando abbiamo appreso la notizia: siamo andati subito in preghiera a Col Cumano, Santa Giustina, dove don Francesco ci ha uniti in matrimonio e lì lo abbiamo ricordato insieme ad altri amici Goumiers¿
Marco e Serena
Da Paola
Ho saputo ieri sera e da quel momento non riesco a pensare ad altro, l'ho solo incrociato una volta durante il mio primo Goum nelle Murge. Io camminavo con fra Pierino ed Ennio e loro erano partiti 3 giorni dopo noi sullo stesso percorso con Paola e Nicoletta. In una delle tappe c'è stato l'incrocio dei due Goum.
Non ci sono state altre occasioni a parte che avevo pensato di camminare proprio con loro quest'anno ma per problemi di ferie che non combaciavano e il desiderio di andare a Santiago ci ho rinunciato.
Paola
Da Alberto
Mi dispiace molto per don Francesco.
Non ho mai camminato con lui, ma condividendo l'amore per il Goum lo sento amico e guida.
Prego per lui e per i giovani che accompagnava, chiamati ad affrontare una difficile prova.
Alberto
Da Onofrio
Non conoscevo il Goum prima della triste vicenda di don Francesco. Ricordo solamente che i miei genitori che in estate vivono in campagna tra Poggiorsini e Gravina l'anno scorso in agosto sono rimasti affascinati e stupiti dall'incontro con un gruppo di goumiers ai quali hanno donato qualcosa da bere o da mangiare... restituendo con le loro parole di gratitudine segni di fede autentica. Continuate così e non abbandonate i vostri itinerari di fede nella nostra Murgia barese.
Onofrio
Da Antonella
Negli ultimi quattro anni Don Francesco è stato il mio Padre Spirituale, la mia guida profonda ......, più volte mi ha parlato di questi raduni....ora mi sento persa, vuota...c'è rabbia, dolore, una nebbia fitta sembra calata sul cammino di fede che mi stava aiutando ad intraprendere....mi sembra tutto così assurdo...l'avere trovato la morte proprio in uno di quei ritiri spirituali parlando dei quali un giorno mi disse: "Una volta potresti venire anche tu...ti piacerebbe...è un'esperienza unica...."....ora sono qui per saperne di più.... grazie....
Antonella
Da Giorgio
Carissimi, anche se la mia esperienza Goum risale a dieci anni fa, partecipo al dolore di tutti ed innalzo a Dio l¿Altissimo una preghiera.
Giorgio
Da Sr. Laura
Affranta, sconvolta, ma mettendomi in ginocchio ai piedi della croce, prego:
Signore, ti prego per colui che ha sparato.
Che la pallottola che ha perforato l¿addome di don Francesco, rendendolo un martire per noi, scavi e bruci nell¿intimo più profondo quell¿uomo,
mettendolo di fronte all¿orrore del suo gesto, ed alla miseria della sua vita.
Che egli possa gridare il suo bisogno di perdono da Dio¿ e dagli uomini.
Signore, perdonalo, perchè non sa quello che ha fatto!
Piango con lui, e per lui.
Don Francesco, mite e umile, la tua anima risplende tra le braccia di Dio!
Sr Laura
Da Giordano
Cari amici sono momenti drammatici, ma il nostro amato Don Francesco è ora nelle braccia del Padre. Lo ricordo con questi pensieri.
Giordano
Da Alessandra
Non ho conosciuto don Francesco ma sono scioccata dalla notizia di quanto avvenuto. Mi immagino quanto sia stato duro per tutti i partecipanti, anche per loro preghiamo. La stupidità e la leggerezza sembrano senza fine. Cerchiamo di dare segni diversi, è davvero urgente. Un abbraccio a tutti.
Alessandra
Da Francesco
Io non potrò esserci, ma mercoledì 25 lo dedicherò a don Francesco e andrò a Messa.
Lo so non cambiano molto le cose, ma lo sparatore ha confessato di sua sponte.
Se solo avesse soccorso il nostro povero Don Francesco, forse non sarebbe morto...
Perchè ci siamo ridotti ad essere così vili, irresponsabili ed incapaci di mettere gli atri sul nostro stesso piano?
Francesco
Da Juan Carlos
Lunedì mattina intanto che preparavo la colazione per me e le mie figlie mi è tornata in mente, in maniera molto strana, una frase di Francesco "E vai! e cammina! con la libertà dei figli di Dio! Chi sono io o chi sei tu per poter giudicare ciò che fanno gli altri se colui che ci ha creato ci ha dato tutta la libertà di cui disponiamo?" non so ma la frase mi è risuonata nelle orecchie con lo stesso tono, la stessa forza e la stessa bonarietà di quando Francesco me l'ha detta. Aveva tanto cervello quanto scarpe!!!
Ciao Don, Buona Strada!!!
Non potrò essere presente fisicamente ma lo spirito camminerà veloce!!!
Juan Carlos
Da Cesare
Questa notizia mi ha lasciato SENZA PAROLE.
Ho chiarissimo il ricordo del raid Goum, anche se sono passati diversi anni, proprio nelle Murge nei pressi d Altamura con padre Francesco e pochissimi altri Goumiers (eravamo in 8) e faccio ancora più fatica a capire come possa essere successo.
Associo questa triste notizia a quella della morte di Frère Rogers di Taizè: due persone grandi morte in un modo così difficile da capire.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore.
Vi abbraccio tutti forte.
Cesare
Da Gandolfo
La notizia mi sconvolge oltre che per la sua drammaticità, per il contesto in cui è avvenuta: il raid Goum. Come è potuto succedere?
Mi unisco nel ricordo e nella preghiera.
Gandolfo
Da Matteo
Con la mia famiglia ci uniamo in preghiera a tutti i Goumiers.
Matteo
Da don Andrea
Siamo in Marcia verso Assisi. Ci uniremo alla preghiera.
Don Andrea
Da Francesco
Ho partecipato con don Francesco al raid Goum nel 2005 sui monti Sibillini . Non volevo crederci mi sembrava tutto incredibile inverosimile quando ho appreso la notizia.
Ricordo di lui la profonda serenità che trasmetteva agli altri e la sua dedizione ai raid Goum dicendomi: ¿un giorno io morirò camminando¿. Mi ero avvicinato al suo gruppo perchè camminava con intelligenza facendo un passo non veloce ma costante mi diceva sempre che in montagna bisogna avere questo passo per non stancarsi troppo. A volte in questa vita succedono fatti inspiegabili, incredibili che non si riesce ad accettare se non con le parole"sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra".
Ho un ricordo bellissimo di padre Francesco me lo terrò sempre nel mio cuore.
Un abbraccio alla famiglia di don Francesco.
Francesco
Da don Giuseppe
Carissimi Goumier,
questi giorni ho ripensato e meditato la parola di Gesù : se il chicco di frumento non muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto ( Gv 12,24).
Anche la morte di don Francesco è un mistero da meditare nel silenzio della preghiera, immersi nel cielo stellato che avvolge da sempre la vita di ognuno.
Non riuscirò ad essere presente ai funerali, ho pregato in questi giorni nella Santa Messa, lo farò anche domani, e inviterei tutti quelli che non possono partecipare a pregare l'angelus alle ore 15.
Con affetto
Don Giuseppe
Da Stefano
Un anno di Goum
Vorrei fare un anno di goum. Detto mentre proviamo a ripararci dal sole della Murgia sotto un albero troppo piccolo, sembra una provocazione. È agosto del 2008, e don Francesco insiste, anche se il sorriso appena accennato tradisce un gioco di parole: non intendo un goum lungo un anno - e qui, qualcuno che non aveva capito lo scherzo tira un sospiro di sollievo - ma 365 giorni di cammino nel deserto, compiuti nell'arco di tutta la vita. Se fai un goum all'anno, ce ne vogliono 51... io sto già a 22. Vorrei presentare al Signore quest'offerta, dirgli "Signore, sono stato nel deserto con Te per un anno intero".
Un anno di Goum. A pensarci su, si tratta di un desiderio quasi impossibile: per metterlo in pratica, io che scrivo dovrei camminare una volta ogni anno fino al 2057, quando avrò quasi 80 anni. Nonostante questo, mi sembra un desiderio affascinante, a metà tra un progetto e un sogno. È il primo ricordo di don Francesco che è uscito dai cassetti della memoria, dopo la notizia della sua morte.
Camminare in un raid è un'offerta al Signore: per la fatica, per la preghiera, per il servizio ai fratelli che camminano con te e soprattutto per la possibilità che diamo a Lui di trovare ancora una volta spazio in noi. Nella marcia si perde tutto per non aver più bisogno di nulla, e lasciare che la Sua presenza sia l'unica cosa che resta: così si può essere vuoti di tutto e pieni di Lui.
Per questa pienezza, don Francesco ha desiderato una dimensione ulteriore, dal valore simbolico: un anno, unità di misura del tempo e della vita. L'età delle persone, il ciclo delle stagioni, gli anni di fidanzamento, quelli di scuola...
Un anno di Goum. Altri ricordi vengono a trovarmi: don Francesco che arriva a sera inoltrata al bivacco e che tace per tutta la cena e per buona parte della serata, provato dalla fatica. Una scena che si ripete più volte, come le soste lungo la strada per rifiatare. Il passo che si accorcia non appena la temperatura sale, un mancamento durante una messa al Pulo... Ogni anno che viene, la strada è sempre più dura, e la fatica cede il passo alla sofferenza.
Nonostante ciò, "un anno di goum" non ha smesso di spingere Francesco sulla strada. Immagino che lo abbia spronato la speranza di purificarsi, la voglia di servire gli altri goumier e più di tutti il bisogno dell'incontro con il Signore.
Nella sofferenza del cammino, mai rinnegata, anzi cercata ogni anno con la dolce caparbietà di montanaro, questo meraviglioso incontro dev'essere in qualche modo avvenuto. Forse proprio grazie alla sofferenza, anche quella del corpo, che ti toglie di dosso le ultime sicurezze, le ultime corazze. È così che mi spiego Francesco ancora in cammino: mia forza e mio canto è il Signore... E resto in silenzio, alla presenza di chi desidera così tanto l'Altissimo, da voler perdere tutto per incontrarlo.
Stefano
Da Matteo
Ho camminato con don Francesco solo nell'ultimo goum che ho fatto, nel 2000. Fino ad allora avevo solo sentito parlare di questo prete eccezionale. Ma nonostante questo ho avuto l'impressione di conoscere don Francesco da sempre.
La sua morte mi ha lasciato attonito. Ero spaventato. Per parecchie notti mi sono svegliato nel cuore della notte con il pensiero fisso su di lui, e mi placavo solo uscendo e fissando lo sguardo sul cielo e sulla luna (era piena in questi giorni).
Negli anni in cui lavoravamo a Croce del Sud mi aveva contagiato la sua semplice spontaneità: era diretto ma tenero, divertente e nello stesso tempo profondo.
Ora nei pascoli del cielo può finalmente camminare con mio papà Maurizio, che aveva tentato il goum proprio con lui.
Il cielo è pieno di stelle. Una è certamente un bivacco goum, da cui don Francesco ci guarda e sorride.
Matteo
Da Giordano
I miei ricordi di Don Francesco Cassol
Sono sconvolto e non riesco ancora ad immaginare questa tragica vicenda che coinvolge anche tutti noi.
Il primo incontro con Don Francesco è avvenuto nel Goum delle Murge del 2006. Don Francesco si è presentato augurando a tutti: ¿benvenuti a casa¿. I raid Goum erano la sua casa d¿Agosto. Il mio primo Goum sarebbe stato la mia casa per otto giorni indimenticabili.
Era un prete speciale, innamorato delle sue montagne friulane. Originale negli esempi che inventava per far capire meglio la Parola di Dio. Quattro mesi dopo il Goum abbiamo pensato di ritrovarci a Gossolengo, a casa di Francesco, con Enio, Nicoletta e tutti gli altri. E¿ venuto anche Don Francesco, lasciando per qualche ora la sua parrocchia di Longarone. Ricordo ancora l¿ omelia nella S.Messa, celebrata nella chiesa di Bassano di Rivergaro, in cui paragonava i nostri raid alle tappe di un lungo cammino, iniziato nel passato da fratelli nella stessa nostra fede in Cristo, da vivere ora con intensità e far proseguire da altri, similmente a una staffetta di ¿gran fondo sciistica¿, dove ognuno deve fare la sua parte.
Al 40° del Goum in Francia non poteva mancare. Sul Causse Sauveterre lo abbiamo incontrato per l¿ultima volta con Michel Menù e il popolo dei goumiers. Improvvisamente prima della S.Messa, mi sono avvicinato e gli ho chiesto di confessarmi. C¿era poco tempo ma volentieri si è fermato, ha indossato la sua stola peruviana, mi ha ascoltato e perdonato in nome di Cristo. Sento ancora la sua mano sulla testa e le sue parole e,mentre ancora mi scendono le lacrime, penso di ricordarlo così, ogni giorno, nella mia preghiera.
Grazie don Francesco.
Giordano
Da Marco e Serena
Come sempre ci diceva don Francesco quando si partiva da Belluno per il Goum l¿esperienza del goum non sono esclusivamente i 7 giorni di cammino con lo zaino, ma il goum inizia e termina quando si torna a casa.
Domani tornerà a casa tra le Dolomiti, ma già ora il suo Goum più importante lo vede ritornato nella Casa del Padre.
Marco e Serena
Al viaggiatore don Francesco
Prova a disegnare il viaggio
Con il profilo del tramonto
Con il profumo del vento
Con il brivido di freddo
Prova a colorare il viaggio
Con le nuvole all¿alba
Con le strade dimenticate
Con le parole del silenzio
Prova a disegnare il viaggio
Con la danza della terra
Con le nuvole abbracciate
Con il sole del futuro
Prova a colorare il viaggio
Con gli occhi dei ricordi
Con i sogni ancora aperti
Con l¿emozione di vivere
Prova a disegnare il viaggio
Con l¿attimo che conservi
Con il battito di ali vicino
Con lo sguardo più lontano
Prova a colorare il viaggio
Con le valigie sempre lì
Con la paura di perderti
Con la voglia di ¿fermarti.
Altamura, 22 Agosto 2010
Omicidio don Francesco Cassol: Comunicato stampa.
L'assassinio di don Francesco Cassol, per cui va il nostro più sincero cordoglio, ci spinge a fare delle
considerazioni che spero servano ad arricchire dibattiti costruttivi.
In una nota del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi si legge: don Francesco cercava Dio camminando e
dormendo all'aria aperta .... Era il bracconiere che non doveva essere lì, che non doveva avere un fucile da
caccia di precisione di notte in un parco a caccia chiusa...
Sono parole che ci hanno intimamente colpito e ci hanno fatto subito pensare ai tanti anni dedicati a
rendere possibile l'idea Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Un Parco che, oltre a proteggere il nostro
territorio, abbiamo sempre creduto funzionale a costruire un'idea di Comunità attenta all'intimo legame tra
natura e uomo. Non a caso, uno dei primi slogan pronunciati alla fine degli anni ottanta, nel vivo dei
dibattiti che riguardavano le aree interne della nostra Regione, recitava: Alta Murgia, spazio anche per
l'uomo.
È per questo che vorremmo rafforzare la suggestiva nota del Parco delle Dolomiti Bellunesi, sia pur con il
dovuto rispetto e delicatezza, anche con un'altra affermazione: noi, dal Parco, vogliamo allontanare non
solo i bracconieri, ma qualsiasi altra idea e/o persona che violi violentemente il patto tra territorio e
cittadini che, nei secoli, ha prodotto quella naturalità dalla quale don Francesco, i suoi compagni e tanta altra
gente come noi é stata attratta.
Un patto che noi difendiamo da anni, con una convinzione radicata nella cultura atavica della nostra Terra,
ma spesso in mala fede definita ingenuità e che, invece, costituisce il nostro orgoglio e la nostra forza di
cittadini. Una forza ben diversa da quella espressa dalla carabina di uno scriteriato, o dal potere di
numerosi speculatori che, purtroppo, ancora cercano di 'dettar legge' su questo territorio.
Ben venga dunque la ricerca di uno spirito di collaborazione per far fronte alle esigenze di una maggiore e
più efficace sorveglianza del territorio del Parco, come dichiarata dalla Direzione dall'Ente Parco Alta Murgia
e dal Corpo Forestale dello Stato in una nota diffusa a mezzo stampa.
In questo clima libero da polemiche e arricchito dalla voglia di agire, vogliamo invitare i due Enti a
coinvolgere anche la Società Civile..... perchè , assieme alla compianta anima di don Francesco, non vadano
via anche le nostre speranze, coltivate da circa 30 anni, di un Parco Pulito e Limpido, la 'nostra Terra'
tenuta in salvo da qualsiasi disegno empio e autodistruttivo.
Gruppo Speleologico Ruvese - Ruvo di Puglia
Associazione Culturale Partecipare-VieDiFuga - Ruvo di Puglia
Associazione Culturale -Tra il Dire e il Fare- - Ruvo di Puglia
Centro Studi e Didattica Ambientale Terrae - Ruvo di Puglia
Associazione Culturale Calliope - Ruvo di Puglia
Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI) - Gruppo Ruvo 1
Azione Cattolica, Diocesi di Molfetta - Ruvo-Giovinazzo -Terlizzi
Associazione Nazionale Guardie per l'Ambiente - Corato
Associazione Culturale Il Dugongo - Altamura
Associazione Culturale Agrogreen Service - Altamura
Associazione AltaCultura - Altamura
Associazione Ra-Dici; Progetto CicloMurgia - Trani
Da Gianluca
Mi chiamo Gianluca ed ho avuto la fortuna di frequentare don Francesco
durante la mia obiezione di coscienza. Ho svolto, infatti, il servizio
civile presso la Caritas di Belluno Feltre e per 6 mesi sono stato
distaccato presso il centro di spiritualità papa Luciani nel periodo in
cui don Francesco era direttore, coadiuvato da don Robert attuale
missionario in Niger. Sono state un'esperienza ed una conoscenza
importanti per me. A distanza di tanti anni il ricordo è ancora vivo.
Che dire oltre a tutto quanto detto in questi ultimi dieci giorni? Don
Francesco ha percorso molta strada ed ha seminato tanto ed il seme ha
dato frutto. Buon cammino don Francesco e continua ad indicare la strada.
Gianluca