DARE UNA MANO O... LAVARSENE LE MANI? volontariato: una scelta personale, una risorsa per tutti don Francesco Cassol - Sedico, 11 giugno 2008
I valori in gioco
L'azione dei volontari e in particolare a coloro che operano a favore delle persone in difficoltà è portatrice di alcuni grandi valori etici che tornano a vantaggio di tutta la comunità. Il volontario, quando svolge la sua azione a favore di qualcuno, non dà solamente una mano a colui che viene aiutato, ma offre qualcosa anche a tutta la comunità. La sua azione cioè, mentre è concentrata e impegnata in una direzione ben precisa, suscita degli echi anche in tutto l¿ambiente circostante. Per usare un¿immagine: più che pensare a una freccia che raggiunge un bersaglio preciso, immaginiamo un sasso in uno specchio d¿acqua che, colpendo un punto, genera una serie di cerchi che si diffondono tutt¿intorno. L¿azione del volontariato, in altre parole, ha da dire qualcosa a tutti e non solo a coloro che sono i primi destinatari della sua azione. I valori etici di cui è portatore il volontario sono qualcosa che riguarda e interpella tutta la comunità. Non possiamo certo analizzarli tutti; per questo ne scegliamo alcuni fra i più significativi. Leggi tutto il brano
NOMADI CON OCCHI VERSO IL CIELO.
Dovevo avere attorno ai quindici anni. Improvvisamente, mentre salivo con gli altri scout il monte Talvena il capo reparto ci dice: ¿Bene, prepariamo il fuoco e le capanne per la notte!¿. Una semplice frase, col tono di chi sta dicendo la cosa più semplice del mondo, che al momento mi ha fatto correre un brivido giù per la schiena: ¿Ma come, dico a me stesso mentre con la piccola roncola taglio i rami per la capanna, dormiremo all¿aperto? col freddo? sui sassi? con le bestie feroci? (allora avevo parecchia fantasia e già mi vedevo attaccato dai lupi)¿.
Poi la sera che scende veloce, le ombre che si allungano e le paure che avanzano minacciose. Infine, dopo la cena e i canti attorno al fuoco, ci si ritira nel sacco a pelo.
La mia prima notte all¿aperto, la prima di tante. Ricordo ancora la trepidazione, a farmi piccolo nel sacco a pelo, il recitare le preghiere della nonna e poi, dopo un po¿ l¿alzare lo sguardo. Le fronde che fanno da tetto all¿improvvisata capanna lasciano intravedere larghi prati di cielo. Stupendo. Immenso. Da togliere il fiato. E resto lì a guardare, e a pensare, e a pregare. E corro da una stella all¿altra e cerco di andare più oltre e intuisco che c¿è nel cielo qualcosa di grande e di vero. Leggi tutto il brano
UNA VITA TURBOLENTA E AFFASCINANTE.
Il 13 novembre scorso, a novant¿anni dalla morte, la Chiesa ha proclamato beato Charles de Foucauld: fratel Carlo di Gesù, il piccolo fratello universale.
Dovevo avere attorno ai quindici anni. Improvvisamente, mentre salivo con gli altri scout il monte Talvena il capo reparto ci dice: ¿Bene, prepariamo il fuoco e le capanne per la notte!¿. Una semplice frase, col tono di chi sta dicendo la cosa più semplice del mondo, che al momento mi ha fatto correre un brivido giù per la schiena: ¿Ma come, dico a me stesso mentre con la piccola roncola taglio i rami per la capanna, dormiremo all¿aperto? col freddo? sui sassi? con le bestie feroci? (allora avevo parecchia fantasia e già mi vedevo attaccato dai lupi)¿.
Poi la sera che scende veloce, le ombre che si allungano e le paure che avanzano minacciose. Infine, dopo la cena e i canti attorno al fuoco, ci si ritira nel sacco a pelo.
La mia prima notte all¿aperto, la prima di tante. Ricordo ancora la trepidazione, a farmi piccolo nel sacco a pelo, il recitare le preghiere della nonna e poi, dopo un po¿ l¿alzare lo sguardo. Le fronde che fanno da tetto all¿improvvisata capanna lasciano intravedere larghi prati di cielo. Stupendo. Immenso. Da togliere il fiato. E resto lì a guardare, e a pensare, e a pregare. E corro da una stella all¿altra e cerco di andare più oltre e intuisco che c¿è nel cielo qualcosa di grande e di vero. Leggi tutto il brano